Scade domani l’ultimatum dato
dalla multinazionale Usa Jabil ai 406 lavoratori dello
stabilimento di Marcianise (Caserta) affinchè decidano se
dimettersi o accettare il passaggio in Tma, nuova società
composta dalla Tme di Portico di Caserta e da Invitalia, braccio
operativo del Ministero dell’Economia, cui Jabil è intenzionata
a cedere il sito produttivo casertano. L’ultimatum era stato
dato dalla Jabil il 24 aprile scorso, e prevede dimissioni
incentivate; Jabil mette infatti a disposizione degli addetti
una somma di 30mila euro lordi nel caso di rinuncia alla
disoccupazione e di 10mila nel caso di mancata rinuncia a tale
indennità. Chi non si dimette passerà in Tma, e poi avrà la
possibilità di presentare ricorso. “La mancata presentazione del
modulo allegato nel termine indicato o la presentazione di
soluzioni differenti – ha precisato l’azienda – verrà
considerata come preferenza per il trasferimento alla nuova
impresa acquirente”. L’ultimatum ha fatto esacerbare ancora di
più animi già caldi, provocando il 24 aprile scorso, quando fu
annunciato, la protesta degli addetti del sito marcianisano, che
improvvisarono anche un corteo. I lavoratori Jabil non vogliono
infatti sentir parlare di Tma, avendo già bocciato il piano di
cessione diversi mesi fa, e hanno sempre chiesto che Jabil resti
a Marcianise, perché “non manca il lavoro e le competenze”; la
ragione del “no” dei lavoratori dipende da quanto accaduto agli
oltre 250 dipendenti Jabil che gli anni scorsi sono fuorisuciti
dagli organici della multinazionale per passare in altre
società, come Softlab e Orefice, che però non hanno garantito
alcuna continuità produttiva.
E oggi, tramite i loro rappresentanti sindacali aziendali
(Rsu), gli addetti Jabil – erano 408 qualche settimana fa e ora
sono diventati 406 dopo le dimissioni di due dipendenti – hanno
scritto un’ulteriore lettera al Ministro delle Imprese e Made in
Italy (Mimit) Adolfo Urso, proprio per ricordare le “recenti
mobilitazioni dei lavoratori che hanno coinvolto l’intero sito
produttivo di Marcianise. La partecipazione totale delle
maestranze, con l’adesione del 100% degli addetti – fa notare
l’Rsu – ha espresso in modo inequivocabile il netto rifiuto
rispetto alla proposta di acquisizione da parte di TME, così
come la più assoluta contrarierà alla modalità con cui Jabil sta
tentando di forzare il passaggio, ivi compresa la famosa
manifestazione di interesse che i Lavoratori dovrebbero fornire
all’Azienda entro domani 6 maggio. Tale protesta non è frutto
soltanto di un semplice dissenso ma rappresenta una presa di
posizione corale, lucida e determinata da parte di chi da anni
subisce un processo di dismissione industriale inaccettabile.
Alla luce di questo, riteniamo imprescindibile una conferma
dell’attenzione già manifestata dal Mimit nei precedenti
incontri. E’ necessario che il Ministero si adoperi con la
massima determinazione presso la Direzione Jabil affinchè il
presidio resti organico alla multinazionale e, soltanto in
subordine, venga concesso il tempo utile all’individuazione di
un soggetto industriale credibile, attraverso un percorso che
garantisca trasparenza, affidabilità e salvaguardia
occupazionale”.
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www.ansa.it è stato pubblicato il 2025-05-05 15:35:26 da
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