L’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica interviene sugli eventi in Toscana: conferenza a Firenze sulle frane più grandi d’Europa


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L’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica interviene sugli eventi in Toscana: conferenza a Firenze sulle frane più grandi d’Europa

L’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica interviene sugli eventi in Toscana: conferenza a Firenze sulle frane più grandi d’Europa

Il 27 settembre, a Firenze, l’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica (A.I.P.I.N.) presenterà le frane più imponenti d’Europa durante un briefing stampa presso la Fortezza da Basso, nell’ambito dell’Earth Technology Expo – Area One Water. Federico Preti, presidente nazionale dell’A.I.P.I.N. e docente all’Università di Firenze, ha commentato l’ondata di maltempo che ha colpito la Toscana, evidenziando come un temporale autorigenerante abbia portato precipitazioni di circa 200 mm, con punte di 30 mm in 15 minuti. Preti ha sottolineato l’importanza del contenimento e rallentamento delle acque su scala di bacino idrografico, citando come esempio virtuoso la gestione della frana di S. Anna di Stazzema, una delle più grandi d’Europa, sistemata con tecniche di ingegneria naturalistica.

Frane e ingegneria naturalistica: soluzioni basate sulla natura

Federico Preti ha evidenziato come le soluzioni naturali, come l’uso di legname, pietre locali e piante vive, possano compensare le opere idrauliche tradizionali per contenere i deflussi d’acqua. Un esempio significativo è la frana di Pomezzana, in Versilia, dove nel 1996 un nubifragio eccezionale provocò danni ingenti, decine di frane e 15 vittime. Grazie all’ingegneria naturalistica, la frana è stata stabilizzata, riducendo il rischio idrogeologico e migliorando l’ecosistema. Questo intervento, studiato anche da ISPRA e selezionato come caso rappresentativo dal Ministero dell’Ambiente, è attualmente parte di un progetto PNRR per monitorare gli effetti sulla biodiversità.

Italia e dissesto idrogeologico: una sfida crescente

In Italia, il 94% del territorio è a rischio di dissesto idrogeologico, con oltre 540.000 famiglie esposte. Precipitazioni sempre più intense, accentuate dai cambiamenti climatici, aumentano il rischio di frane e alluvioni. Secondo Preti, è fondamentale investire in opere di prevenzione e mitigazione, in particolare con soluzioni naturali (NBS – Nature Based Solutions) che riducono l’erosione del suolo e migliorano la gestione delle acque meteoriche, anche in ambito urbano.

Conferenza stampa a Firenze: focus sulle frane più grandi d’Europa

Durante il briefing del 27 settembre, A.I.P.I.N. illustrerà diversi casi di frane, proponendo soluzioni per la riqualificazione fluviale, con particolare attenzione agli interventi in Emilia-Romagna, colpita da alluvioni. Interverranno Daria Duranti, consigliera dell’Ordine dei Geologi della Toscana, Federico Preti, Giuseppe Doronzo, vicepresidente nazionale A.I.P.I.N., e Yamuna Giambastiani, responsabile AIPIN Toscana. Doronzo ha sottolineato come le tecniche di ingegneria naturalistica rappresentino un approccio sostenibile ed efficace per la mitigazione del rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale, auspicando una gestione territoriale più attenta e pianificata per prevenire catastrofi future.

L’ingegneria naturalistica come risposta ai cambiamenti climatici

L’ingegneria naturalistica, attraverso soluzioni basate sulla natura, offre una risposta efficace ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici, migliorando la qualità delle acque e riducendo l’impatto delle frane e alluvioni. Secondo Doronzo, è essenziale adottare interventi sapienti e adattabili che, oltre a prevenire danni catastrofici, siano economicamente più vantaggiosi rispetto ai costi per riparare i danni successivi.

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