Mense a Bari, nessun ribaltone: «Al primo posto c’è il servizio»


BARI – Almeno per ora nessun ribaltone con il servizio di refezione scolastica che potrà proseguire regolarmente seppur viaggiando su due diversi binari. A Bari continua nelle aule della giustizia amministrativa la «guerra delle mense» con il Consiglio di Stato che nelle scorse ore ha accolto l’istanza cautelare di primo grado presentata dalla Ladisa Ristorazione e relativo al primo dei dei due lotti della gara comunale quadriennale da complessivi 13 milioni di euro.

I giudici di Palazzo Spada hanno in sostanza stabilito che – sino a quando non emetteranno la sentenza, attesa nei prossimi giorni, sul merito del ricorso – sia l’azienda barese a continuare il servizio pasti nelle scuole primarie e dell’infanzia ricadenti nel lotto 1. «Avuto riguardo alla natura del servizio in essere – si legge nell’ordinanza della Terza Sezione – si deve allo stato ritenere prevalente l’interesse dell’utenza scolastica alla continuità del servizio, e dunque alla sua prosecuzione in capo all’attuale gestore». Un orientamento nel nome della “continuità del servizio” emerso anche in altri provvedimenti. Questo capitolo dell’intricata vicenda riguarda il Lotto 1 che comprende undici scuole ricadenti nei quartieri Palese, Santo Spirito, Marconi, San Girolamo, Fesca, Libertà, Murat e Bari vecchia per un’utenza complessiva di circa 1.500 bambini di asili e scuole elementari.

Lotto che ad ottobre scorso invece il Tar aveva confermato a favore della Rti Solidarietà e Lavoro e Vivenda, l’aggiudicataria del servizio e vincitrice della gara comunale che invece Ladisa contesta.

E infatti un ricorso d’urgenza di Ladisa, depositato nel giro di 24 ore dai suoi legali Angelo Clarizia, Luigi D’Ambrosio, Aldo Loiodice, Saverio Sticchi Damiani, Michelangelo Pinto e Pasquale Procacci, aveva ribaltato la decisione. Da qui l’approdo nelle aule della giustizia amministrativa di secondo grado e l’ottenimento dell’affidamento del lotto 1. Discorso diverso invece per il lotto 2, la fetta più grossa dell’appalto e che coinvolge ben 3mila e 500 alunni delle scuole dei quartieri Madonnella, Japigia, Torre a Mare, Carrassi, San Pasquale, Picone, Poggiofranco, Mungivacca, Carbonara, Ceglie e Loseto. Per loro il servizio è invece gestito dal rti Solidarietà e Lavoro e Vivenda dopo che il Tar, sempre ad ottobre, ha accolto la richiesta di revoca (presentata dai legali Gennaro Rocco Notarnicola, Michele Perrone, Giuseppe Lo Pinto, Fabio Cintioli e Angelo Michele Benedetto) della sospensiva con la quale lo stesso tribunale amministrativo 24 ore prima aveva invece dato ragione alla Ladisa affidandole anche il lotto 2.

Insomma, continui ricorsi e controricorsi all’insegna dei ribaltoni. Ma ora sarà la sentenza di merito, attesa sempre dal Consiglio di Stato, a mettere un punto fermo nella vicenda sulla “causa madre”. A giugno scorso, infatti, il Tar ha annullato la gara d’appalto andata in favore di Ladisa accogliendo il ricorso della Rti secondo cui una dipendente del gruppo aziendale era parente della funzionaria comunale incaricata di nominare la commissione di gara. Tutto da rifare insomma, con la gara poi vinta dalla Rti Solidarietà Lavoro e Vivenda ma contestata dalla Ladisa a suon di carte bollate. Il Comune di Bari intanto resta spettatore interessato. «A noi non interessa il nome dei gestori di questo o di quel lotto, ma solo garantire un servizio indispensabile per i bambini e per le famiglie che hanno scelto il tempo pieno» la linea dell’amministrazione Leccese.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-11 20:41:59 da


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