Minore disabile escluso da visita medica a Manfredonia: condanna dell’associazione “Gli Amici di San Pio”


Un grave episodio di discriminazione indiretta ai danni di un minore con disabilità ha scosso la comunità di Manfredonia. A denunciarlo pubblicamente è l’associazione di promozione sociale “Gli Amici di San Pio”, attraverso una nota a firma del presidente Graziano Leuzzi, che esprime “ferma condanna” per quanto accaduto lo scorso 28 maggio in una struttura sanitaria pubblica.

Secondo la ricostruzione dell’associazione, un minore in carrozzina è stato impossibilitato ad accedere alla visita medica programmata a causa dell’ascensore fuori uso e dell’assenza di disponibilità da parte del personale sanitario a scendere per garantire la prestazione. Un fatto che, per Leuzzi, configura una violazione del diritto alla salute e una discriminazione in piena regola.

“Un comportamento inaccettabile e discriminatorio”

«L’episodio rappresenta una grave discriminazione indiretta fondata sulla disabilità, così come definita dalla Legge n. 67 del 2006», scrive Leuzzi, sottolineando che anche se apparentemente neutro, “ogni comportamento, atto o omissione che ponga la persona disabile in una posizione di svantaggio rispetto agli altri è vietato”.

Il presidente dell’APS “Gli Amici di San Pio” – associazione recentemente iscritta tra gli enti legittimati ad agire in giudizio per la tutela dei diritti delle persone con disabilità – richiama il mancato rispetto di una serie di norme fondamentali: la Legge 104/1992, la Costituzione italiana, e la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009.

Accessibilità negata, diritti violati

«Il diritto alla salute – prosegue Leuzzi – è un diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Non è accettabile che nel 2025 esistano ancora barriere architettoniche e ostacoli culturali che impediscano l’accesso a servizi essenziali per le persone con disabilità». Particolarmente gravi, secondo l’associazione, sono le carenze organizzative che impediscono l’erogazione di cure in ambienti inaccessibili.

Il comunicato sottolinea che, ai sensi dell’art. 9 della Convenzione ONU, è dovere delle istituzioni assicurare accessibilità agli edifici pubblici, mentre l’art. 25 impone l’erogazione di servizi sanitari di pari qualità e standard per tutti, senza discriminazioni.

Pronte segnalazioni e azioni legali

L’associazione ha annunciato l’intenzione di procedere con una segnalazione formale alla Direzione Generale della ASL di competenza, all’Ufficio per la Disabilità del Ministero della Salute e all’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), chiedendo misure correttive immediate.

«Non escludiamo il ricorso alle vie legali, per accertare la discriminazione subita e creare giurisprudenza su episodi analoghi», fa sapere Leuzzi, ricordando che «la disabilità non può essere trattata come un ostacolo, ma come una condizione che impone responsabilità e rispetto da parte delle istituzioni».

Un richiamo forte e diretto alla responsabilità pubblica e alla necessità di una sanità inclusiva, che non lasci indietro nessuno, soprattutto i più fragili.



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www.immediato.net è stato pubblicato il 2025-05-29 15:26:55 da Redazione


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