ANCONA – Condannati per spaccio di droga, assolti dal vincolo associativo. Si è chiuso oggi, con quasi 18 anni di carcere inflitti alla famiglia Fontana, originaria di Palermo ma con la base operativa a Cupramontana. Era rimasta coinvolta nell’operazione “Vallesina 3” che a dicembre dello scorso anno portò a sei misure cautelari, emesse dal gip del tribunale dorico, dopo una indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona. Al vertice ci sarebbe stato Salvatore Fontana, 55 anni, boss palermitano ora in carcere a Viterbo dopo un periodo di latitanza in Spagna (fu trovato e arrestato a novembre del 2023). Sotto le sue direttive la moglie Marianna Parisi, 47 anni, palermitana anche lei, di Villabate, la figlia Rosa Fontana, 29 anni, il genero Daniele Paolillo, 32 anni, il fratello Vittorio Fontana, 52 anni e il nipote Riccardo Fontana, 31 anni. Stando alle accuse avrebbero gestito un traffico di droga in Vallesina, e non solo, tra gli ultimi mesi del 2023 e i primi del 2024. Salvatore lo avrebbe fatto addirittura dal carcere. Un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro spacciando cocaina, hashish e marijuana. Sono una dozzina i capi di imputazione contestati alla family dello spaccio. Dopo la richiesta del giudizio immediato da parte del pm Paolo Gubinelli i sei hanno patteggiato oggi davanti al gup Alberto Pallucchini.
Salvatore Fontana ha preso 5 anni, Paolillo e Rosa 3 anni e 10 mesi ciascuno, Riccardo Fontana 2 anni, Vittorio Fontana 1 anno e 8 mesi e Marianna Parisi un anno. Solo il boss è ancora in carcere, gli altri sono ai domiciliari. Erano difesi dagli avvocati Francesca Petruzzo, Michele Zuccaro e Andrea Nobili. Stando alle accuse Fontana senior avrebbe organizzato e promosso l’attività di famiglia, anche quando era latitante, mantenendo i rapporti con i fornitori e dando indicazioni al resto del gruppo dei parenti su come far girare la droga che veniva custodita a Cupramontana, dove i carabinieri hanno trovato anche il libro mastro con gli ordini e i quantitativi da smerciare. A febbraio 2024 la moglie era stata trovata con la droga negli slip mentre andava in carcere a Viterbo a trovare il marito (per quello ha subito un processo a Viterbo dove ha patteggiato a 2 anni e 10 mesi). La figlia del boss, contesta la Procura, avrebbe tenuto aggiornato il padre sugli andamenti dei traffici gestendo la contabilità insieme al compagno. Fratello e nipote si sarebbero occupati di alcuni spacci e nascondigli.
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