GAVORRANO. La storia delle ultime due settimane di vita di una donna di 50 anni che abita a Bagno di Gavorrano, in un condominio dell’Epg, sembra scritta sul tabellone del gioco dell’oca. Dove a ogni lancio dei dadi si rischia di tornare indietro.
Perché ancora oggi, sabato 30 novembre, la cinquantenne non ha ricevuto la risposta all’unica domanda che le gira in testa dalla mattina alla sera: quando potrà finalmente lasciarsi alle spalle il freddo e l’obbligo di scaldare l’acqua sul fuoco per poter fare la doccia. «È una situazione insostenibile per me – racconta – perché dopo il trapianto di fegato che ho subito 20 anni fa, oggi mi ritrovo con un’insufficienza renale grave. E se mi ammalo, rischio la vita. Qualche tempo fa sono stata male, mi hanno intubata e tenuta in terapia intensiva per un mese».
Il condominio dell’Epg dov’è stato assegnato alla donna l’appartamento, a Bagno di Gavorrano, è composto da 12 abitazioni. «È un condominio che ha anche pannelli solari sul tetto – spiega il direttore dell’Epg Corrado Natale – costruito pochi anni fa con criteri architettonici all’avanguardia. La situazione della signora la conosciamo bene e stiamo cercando di fare tutto quello che possiamo affinché non debba pagare lei e gli altri condomini le conseguenze di chi non rispetta le regole». La prima delle quali, il pagamento delle spese condominiali.
La donna infatti, così come gli altri condomini che ogni mese pagano puntualmente l’affitto e le spese del condominio, sono al freddo e senza acqua calda dal 15 novembre perché buona parte degli altri assegnatari degli appartamenti non pagano da anni le spese. «L’impianto è centralizzato – dice ancora la donna – Ci dicono che deve essere riparato un pezzo, ma che l’amministratrice non ha i soldi per far fare i lavori perché ci sono situazioni di morosità».
Parole che trovano conferma in quelle del direttore Natale. «In quel condominio – spiega – ci sono persone indigenti, per i quali l’Epg ha anticipato il pagamento delle spese condominiali. Quando accertiamo situazioni di questo tipo, interveniamo noi. Ma quando a non voler pagare sono i condomini che hanno un reddito, l’unica soluzione è lo sfratto». Che però non può essere fatto dall’Epg ma che deve essere ordinato dal Comune di Gavorrano. Comune che, come aggiunge Natale, «è a conoscenza della situazione che anche noi l’abbiamo segnalato più volte. Le morosità in quel condominio sono alte e più volte abbiamo chiesto che chi non paga venga sfrattato».
Costretti a scaldare l’acqua per fare la doccia
Ogni mattina, la cinquantenne si alza da letto alle 5 e mette la pentola sul fuoco. Come succedeva quando non esisteva lo scaldabagno. «Mia figlia ha 13 anni e va a scuola – spiega – per curare la nostra igiene siamo costretti a fare in questo modo. Le temperature negli ultimi giorni sono abbassate e abbiamo bisogno di riscaldare la casa. Mi hanno anche dato il numero di telefono della ditta che dovrebbe venire a fare il lavoro di riparazione. Dicono di aver ordinato il pezzo ma che serve loro altro materiale che deve arrivare. Tra poco ci saranno le feste, le ditte chiudono e io ho paura che questa situazione non si risolva. Ripeto, non mi posso ammalare, rischio la vita. E credo che a nessuno faccia piacere che mia figlia a 13 anni resti sola».
Le parole della donna sono macigni. Perché il rischio che lei sta correndo dipende solo dalla mancanza di volontà dei condomini che, nonostante abbiano un reddito, non pagano quanto dovuto per le spese condominiali. E che, nel tempo, hanno manomesso più volte la centrale termica nel tentativo di pagare di meno. L’ultima volta, è stata l’Epg direttamente a mandare la ditta per la riparazione. «È una situazione di morosità cronica – spiega il direttore Natale – che non possiamo risolvere se non attraverso gli sfratti». Sfratti che però devono essere ordinati dal Comune di Gavorrano, che ben conosce la situazione.
L’appello della donna: «Datemi un’altra casa»
In questa specie di gioco dell’oca della disperazione, la donna ha anche fatto domanda di mobilità per cercare di ottenere un’altra casa dell’Edilizia provinciale grossetana. «Vorrei trasferirmi a Grosseto per essere più vicina all’ospedale – dice ancora la donna – Le mie condizioni di salute si aggravano mese dopo mese. E io non posso vivere in un appartamento al freddo e senza acqua calda».
Ma anche in questo caso, deve essere il Comune di Gavorrano a intervenire per chiedere a quello di Grosseto la possibilità di avere una casa dell’edilizia popolare.
«La mobilità viene gestita direttamente dai Comuni – spiega Natale – E sempre il Comune dovrebbe provvedere con gli sfratti di chi non paga, creando situazioni di disagio di questo tipo».
www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2024-11-30 19:43:32 da Francesca Gori
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