umanità grinta e la sua voglia restare in mezzo alla gente, il ricordo  – Sanremonews.it

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umanità grinta e la sua voglia restare in mezzo alla gente, il ricordo  – Sanremonews.it

La notizia della morte del Papa non l’ho appresa dal telegiornale. Avevo spento la TV prima delle nove. E’ stato il telefonino a darmela, verso le undici, quando ho visto i vari flash, che si succedevano con lo stesso titolo. E subito non ci volevo credere. Ma quello che mi ha colpito l’istante dopo è che la mente, nell’immediato è andata al 28 settembre del 1978. Quando al mattino la televisione comunicò al mondo intero che un Papa eletto 32 giorni prima era deceduto nella notte. Si chiamava Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani. Il Papa del sorriso.

Perché questo paragone? L’emotività gioca questi scherzi. In fin dei conti tutti avevamo creduto che i 38 giorni al Gemelli avessero fatto il miracolo. E Lui ci aveva fortificato in questa opinione. Non è stato forse lui che il giorno prima ha ricevuto il vice presidente degli Stati Uniti? Non è stato lui che si è presentato all’improvviso, vestito di un poncho, a controllare ieri l’altro i lavori di restauro di una chiesa? Ecco noi avevamo creduto tutti nella sua tempra. E nel suo ottimismo. D’altronde era o non era il Papa della novità e dei record. Il primo pontefice non europeo dopo 1200 anni. Il primo pontefice dell’epoca moderna a regnare con il suo predecessore in vita. Il primo Papa gesuita. Il primo che si chiama Francesco, come il santo ecologo protettore d’Italia. 

Ma il suo magistero mi ha richiamato alla mente altri due Pontefici: Benedetto XV e Pio XII. Il primo, al secolo Giacomo della Chiesa di Genova, restò al soglio pontificio dal 3 settembre 1914 al 22 Gennaio 1922. Fu il Papa che si trovò ad assistere, impotente, al primo conflitto mondiale, nonostante i suoi continui richiami “all’inutile strage”. Fu anche il Papa che, tra il 1918 ed il 1920 visse l’epidemia mondiale della Spagnola. L’altro Pio XII, ovvero Eugenio Pacelli, romano, fu Papa dal 2 marzo 1939 al 9 ottobre 1958. Vide gli orrori delle persecuzioni razziali, la seconda guerra mondiale con i suoi terribili bombardamenti sulle città. E Papa Francesco è stato, dopo allora, il primo Papa a dover pregare solo in Piazza San Pietro per l’epidemia del Covid e a dover assistere ad una nuova guerra in Europa ed un’altra alle porte del nostro continente non meno cruenta.

Era cosciente Jorge Mario Bergoglio di vivere in un nuovo tempo di ferocia, dove l’uomo era tornato ad essere lupo all’uomo. Non a caso aveva compreso di trovarsi in una nuova fase della storia dell’Umanità, quella della “terza guerra mondiale a pezzi” come era solito dire. Forse sarà il prossimo Papa ad assistere allo scoppio della Pace. Ma le continue invocazioni di Bergoglio per la fine dei conflitti sono nella storia. Lo voglio ricordare per questo suo impegno, per la sua umanità e la grinta. Per la sua voglia restare in mezzo alla gente. In mezzo al suo gregge.




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