Assessore ai lavori pubblici, deleghe a decoro e pulizia della città, gestione e manutenzione del patrimonio pubblico, viabilità, gestione dell’igiene urbana, verde, servizi cimiteriali e ora anche vicesindaco di Piacenza. Matteo Bongiorni sostituisce Marco Perini nel ruolo di numero due dell’Amministrazione Tarasconi, dopo il rimpasto di Giunta. Incarichi non da poco per lui, l’unico esponente della Giunta a non ritagliarsi un momento di riposo nel corso dell’estate, essendo alle prese con i cantieri in corso in centro storico, sopralluoghi di vario genere e la spinosa vicenda di piazza Cittadella. Originario di Pianello, 47enne, Bongiorni è residente a Pontenure.
- Bongiorni, ora pure la carica di vicesindaco, colui chiamato a sostituire il sindaco in alcune circostanze. Considerando tutte le deleghe che ha già in capo, ce la farà a seguire tutto?
Non ce la faccio adesso, figurarsi dopo la nomina a vicesindaco. A parte gli scherzi, un conto è l’impegno, un altro è il risultato. L’impegno a seguire tutte le pratiche e le vicende, quello c’è. Per quanto riguarda la carica di vice, non l’ho chiesta e non è il frutto di equilibri politici. Mi è stata proposta e ho detto di “sì”, perché non mi tiro indietro. Comunque voglio ringraziare anch’io Marco Perini: oltre alla competenza, ha dimostrato spessore umano. La sua rinuncia è stata una lezione per tutti.
- Ha citato gli “equilibri politici”. Lei ha tessere di partito?
No, non ho una tessera di partito da almeno dieci anni. L’ultima è stata del Partito Democratico nel 2013.
- Si riconosce nella definizione di “cacciatoriano”, ovvero cresciuto nelle fila della sinistra piacentina che sosteneva il compianto ex vicesindaco Francesco Cacciatore?
Quello sì, è stato un percorso reale. Con Francesco c’è stata amicizia e confidenza. Prima di diventare un amministratore, lui aveva già una competenza tecnica professionale di un certo tipo, alla quale ha unito poi quella politica. Quel poco che ho imparato, l’ho appreso da lui: è stata una fortuna, ma non mi ritengo ai suoi livelli.
- Si attendeva una protesta così vibrante a difesa dei 15 alberi di Piazza Cittadella?
Non me l’aspettavo, ma non mi scandalizza. È legittimo che ognuno esprima la propria posizione e credo che sia giusto tenere aperto un canale di dialogo con i manifestanti. Credo, però, che non ci sia stata ambiguità da parte di questa Amministrazione sulla vicenda. Nessuno ha illuso nessuno, non abbiamo mai nascosto che il taglio delle 15 piante fosse accettato in un’ottica coerente di costi-benefici. Tutti sapevamo che le piante sarebbero state tagliate per costruire il parcheggio. Fa piacere eliminarle? No, vale per qualsiasi albero, anche quelli malati. Però credo che in gioco non ci sia solo una questione ambientale: l’esigenza rigenerativa della città aveva messo in conto questa decisione. Non ci stiamo accanendo su questi alberi. Ad esempio nella progettazione di un tratto di ciclabile (l’assessore non vuole specificare quale, nda) era necessario un sacrificio importante di alberature. Ebbene, dopo una serie di confronti, abbiamo deciso di non procedere.
- Per molti è stata comunque una forzatura la consegna delle aree a Piacenza Parcheggi, senza le garanzie bancarie richieste.
La domanda è sbagliata. Sono state adottate le stesse garanzie per una normale opera pubblica. Se parliamo della questione fideiussoria, la fideiussione c’è. Se ci riferiamo alla bancabilità, non lo stabilisce il Comune se una banca ha fatto bene ad approvare un piano economico finanziario. Se un istituto di credito decide di coprire un mutuo, avrà ottenuto le garanzie necessarie dal privato. Nessuno mette i soldi, se pensa di poterli perdere. Capisco che da “fuori” la logica del project financing non sia comprensibile, anche io ci ho messo la testa per lungo tempo. Però Anac ha accertato che il nostro percorso è stato portato avanti in sicurezza e tutto ha un senso. Poi lo sappiamo, il contratto del 2012 non è quello scritto meglio al mondo, ma siamo costretti a muoverci lì dentro.
- Il 2025 potrebbe essere l’anno buono per sistemare la pavimentazione di via XX Settembre, la via più frequentata della città?
No, ma non dico che non sia una priorità. La viabilità stradale è il punto dolente, stiamo cercando di impegnarci. Però ci sono altre necessità e guardiamo alla sicurezza stradale, altre zone hanno criticità importanti. Non abbiamo i soldi per fare tutto, quindi dopo aver rifatto via Giordani procederemo con via Verdi e via Croce. Credo che non ci sia spazio nel bilancio, nel 2025, per via XX Settembre.
- Nel mese di settembre si attendono importanti interventi al cimitero urbano. Cosa si farà?
Abbiamo censito gli atti, unendo le banche dati cartacee e quelle digitali. Sono state create nuove cellette, attese da tempo, così come negli scorsi mesi sono stati liberati spazi. Ci stiamo ora preoccupando della manutenzione ordinarie e straordinaria. Il primo intervento, in questo mese, sarà quello al famoso quarto reparto. Partiranno a giorni i lavori di sistemazione della struttura e termineranno prima delle celebrazioni del 2 novembre. Però gli interventi di ristrutturazione in diverse aree e cappelle verranno spalmati su tre anni: non solo il quarto reparto soffre di problemi ai tetti e ai muri, veniamo da anni di difficoltà di gestione con la società privata che si doveva occupare di questo. E si sta lavorando all’estumulazione delle 10mila concessioni scadute, dopo un censimento durato due anni le stiamo finalmente gestendo. Ora iniziamo con questa operazione, nella parte più antica del cimitero, partendo dalle zone perimetrali. Vorremmo anche creare dei percorsi storici al suo interno: il nostro non è un cimitero monumentale, ma al suo interno ci sono 154 tombe e manufatti vincolati dalla Soprintendenza. E ci sono altri dieci cimiteri frazionali da curare.
- Avete idee per l’utilizzo futuro dell’ex pesa pubblica di piazzale Milano?
Vedere un rudere alle porte della città non ci piaceva, perciò abbiamo apprezzato il progetto della Scuola Edile di Piacenza per una sua riqualificazione. Al momento non abbiamo idee sul suo utilizzo, però non nego che negli ultimi tempi alcuni privati si siano fatti avanti per uno sbocco commerciale di questo spazio.
- Quando arrivano i semafori, lungo la via Emilia, per l’attraversamento pedonale davanti all’Università Cattolica e in piazzale Marconi, per la stazione ferroviaria?
Negli ultimi due anni l’area di via Emilia antistante la Cattolica e l’Opera Pia Alberoni ha generato diversi incidenti, alcuni gravi. Insieme ad Angelo Manfredini, direttore dell’ateneo, abbiamo pensato alla collocazione di semafori a chiamata per rendere più sicuro l’attraversamento pedonale dal parcheggio del Collegio Alberoni. In stazione occorreva fare qualcosa: negli anni abbiamo visto il mancato utilizzo del sottopasso stradale, poi la presenza disordinata di più attraversamenti, che generano un forte rallentamento su viale Sant’Ambrogio. Con i bus in sosta a lato, la visibilità di chi attraversa è oscurata e l’auto che arriva non vede il pedone. Così garantiremo più sicurezza e percorribilità, generando più ordine. Nelle due aree i pali sono stati già posizionati, si stanno completando le tracce degli impianti elettrici: i semafori entreranno in funzione per l’inizio dell’anno accademico.
Leggi tutto l’articolo «Viabilità punto dolente, la protesta per gli alberi non mi scandalizza»
www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-09-05 06:00:00 da
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