Come ogni gennaio, torna il Blue Monday, il ‘giorno più triste dell’anno’. Il clima rigido, la fine di festività e vacanze, il ritorno alla quotidianità e il nuovo anno appena iniziato renderebbero la giornata di oggi, 20 gennaio, la più triste del 2025.
Perché la data cambia ogni anno
Ogni anno il ‘Blue Monday’ ha una data diversa, ma cade sempre il terzo lunedì di gennaio. Sarebbe stata un’equazione matematica messa a punto nel 2005 dal dottor Cliff Arnall, che all’epoca insegnava nei corsi serali dell’Università di Cardiff in Galles, a definire il terzo lunedì di gennaio come ‘giorno più triste dell’anno’. Ormai il confine fra verità e leggenda è quasi scomparso eppure qualcosa di reale e tangibile rimane nella tristezza che coglie dopo la fine delle festività natalizie: si torna al lavoro e l’orizzonte delle prossime vacanze è molto lontano. Non solo. Stando ad un’analisi di ProntoPro, marketplace per i servizi professionali, l’inizio dell’anno è un momento particolarmente sensibile per i consulti psicologici e a gennaio ci si dedica maggiormente al benessere mentale, con un picco della domanda di psicologi proprio nella settimana del Blue Monday.
Impennata di richieste di aiuto psicologico
Osservando l’andamento delle richieste di psicologi nel mese di gennaio gli analisti hanno rilevato che la settimana del Blue Monday, in alcuni casi, supera di oltre 10 punti percentuali le ricerche di psicologi effettuate nei primi 7 giorni dell’anno. Nel gennaio 2023, per esempio, le richieste avvenute in concomitanza del ‘lunedì triste’ hanno raggiunto il picco massimo del mese, pari al 28%, contro il 17% della prima settimana e una media mensile del 20%. Un andamento simile è stato registrato nel 2022, nel 2021 e nel 2020, dove nella settimana del Blue Monday si sono concentrate rispettivamente il 24%, il 22% e il 25% delle richieste, contro una media mensile che si è attestata sempre intorno al 20%. Inoltre, gennaio è il mese nel quale, su ProntoPro.it, si registra un’impennata nella domanda di psicologi rispetto agli altri periodi dell’anno. Nel 2023, infatti, nel primo mese dell’anno le richieste hanno raggiunto il 21%, contro una media annuale di poco superiore all’8%.
A rompere il tabù è la Gen Z, visto che il 44% di chi cerca uno psicologo ha tra i 19 e i 25 anni. Analizzando il comportamento delle varie fasce d’età, gli analisti hanno notato che a cercare il supporto di uno psicologo nel 2023 sono stati soprattutto i ragazzi maggiorenni sotto i 25 anni (44%), una generazione che mostra un costante e crescente interesse per il benessere mentale e registra infatti la più elevata percentuale di crescita rispetto all’anno precedente nella domanda per servizi di questo tipo: +6 punti rispetto alle altre fasce d’età. A seguire i Millennial (26-35 anni), dai quali viene il 26% delle richieste per supporto psicologico. Solo il 14% della domanda di psicologi proviene invece da persone tra i 36 e i 50 anni, con un calo di 3 punti rispetto al 2022, mentre l’8% viene da chi ha tra i 10 e i 18 anni, in calo di 2 punti percentuali rispetto al 2022. Fanalino di coda sono coloro che hanno più di 51 anni che, con solo il 7% di richieste per questo tipo di servizi, risultano trascurare un po’ di più la salute mentale.
L’esperto: “Non siamo macchine, risentiamo dei cambiamenti”
David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), ha spiegato all’Adnkronos che “non a caso in questo periodo dell’anno, così come in autunno, registriamo un’impennata di richieste di aiuto allo psicologo. È la cosiddetta ‘depressione stagionale’ che ognuno può e deve saper affrontare anche da solo. Per prima cosa aiuta l’essere coscienti di questo malessere, la consapevolezza è già un primo passo importante. Nei casi più gravi, è necessario chiedere aiuto”.
“Non siamo macchine e risentiamo di cambiamenti, non solo climatici – spiega Lazzari – quindi esserne consapevoli è già molto importante. Poi dobbiamo capire cosa ci fa stare meglio per contrastare questo senso di tristezza, ansia e depressione: per alcuni è vedere un film al cinema o uno spettacolo a teatro, per altri è benefico stare con gli amici o praticare uno sport all’aperto. Ognuno dovrebbe fare le proprie valutazioni, siamo ‘potenzialmente’ i gestori di noi stessi. Se invece non riusciamo, è bene rivolgersi a uno specialista”, conclude.
www.adnkronos.com è stato pubblicato il 2025-01-20 13:11:01 da [email protected] (Web Info)
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