Bonifica Crotone, lo scontro tra il ministero dell’Ambiente ed Eni …


Bonifica Crotone, lo scontro tra il ministero dell’Ambiente ed Eni …


CROTONE Botta e risposta tra il ministero dell’Ambiente ed Eni Rewind. Il 24 settembre scorso il direttore generale del ministero dell’Ambiente – Direzione generale economia circolare e bonifiche – Luca Proietti, invia una diffida ad Eni Rewind, intimando l’inizio delle attività di bonifica nell’area industriale di Crotone. Proietti, in prima battuta, ricorda come la stessa Eni Rewind, lo scorso 6 settembre, avesse intimato alla Regione Calabria di «provvedere ad avviare e concludere il procedimento di modifica della prescrizione» introdotta con il Paur (Procedimento autorizzatorio unico regionale), emanato il 2 agosto del 2019 e propedeutico alla Conferenza dei servizi del 24 ottobre 2019.
Si tratta sostanzialmente del procedimento regionale, che impedisce di smaltire i veleni di Crotone nel territorio calabrese. La diffida di Eni Rewind era motivata dal fatto che nel Decreto emesso l’1 agosto scorso, il ministero dell’Ambiente disponeva l’avvio delle attività di bonifica entro il mese di ottobre e chiedeva contemporaneamente alla Regione Calabria di procedere alla modifica del Paur, entro i primi giorni di settembre.
Da quanto si è appreso, la Regione Calabria non avrebbe risposto alle sollecitazioni del ministero e di Eni Rewind. Occorre ricordare che avverso il decreto del primo agosto la Regione, il Comune e la Provincia di Crotone hanno annunciato ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria.

Bonifica eni rewind crotone

La fase di stallo e la diffida del ministero

Il ministero nella diffida (datata 24 settembre, ndr) chiede dunque ad Eni Rewind di avviare le attività entro il mese di ottobre attraverso l’utilizzo di un deposito già realizzato all’interno del sito dell’ex Pertusola sud. Una vasca di contenimento costata più di sei milioni di euro e due anni di lavoro. In questo sito potrebbero essere depositati temporaneamente i rifiuti per poi essere analizzati e certificati con l’assegnazione del codice (Cer), passaggio fondamentale per ottenere il conferimento in discarica. La legge, che regola la materia, prevede infatti che l’uso dei depositi possa essere soggetto a due regimi legislativi: quello “temporaneo” (con i veleni contenuti per un massimo di tre mesi prima di essere successivamente trasferiti in discarica) e quello “preliminare”. In caso di mancata opposizione della Regione, Eni Rewind potrebbe utilizzare il deposito nell’ex Pertusola sud, come temporaneo, e il colosso energetico potrebbe avviare ogni attività di trattamento dei rifiuti e il trasferimento dei veleni senza i vincoli del Paur.
E ancora il ministero potrebbe optare per la costruzione di un altro deposito, con un conseguente e necessario investimento e almeno due anni per realizzare la nuova struttura.

sin-crotone-area-bonifica

I passaggi successivi

L’identificazione e il trasferimento in discarica richiedono tempi lunghi, circa sette anni. Nelle intenzioni di Eni Rewind, i veleni dovranno essere trasferiti nella discarica privata di Columbra, quella per intenderci già utilizzata dal colosso energetico per smaltire rifiuti provenienti da altre regioni. A mettere nero su bianco questa intenzione è il Program manager Sicilia- Calabria di Eni Rewind, Stefano Lifone, nella replica datata 25 settembre.
Parliamo di 350.000 tonnellate di rifiuti pericolosi che il ministero ed Eni Rewind, sebbene con un differente percorso, intendono smaltire a Crotone al di là delle posizioni espresse da Regione, Comune e Provincia. Eni Rewind di certo non deve aver gradito la diffida inviatagli dal ministero nella quale vengono attribuite responsabilità sui ritardi nell’avvio dei lavori di bonifica. Per il colosso energetico, a seguito di una serie di controlli effettuati dagli enti preposti, non ci sarebbero altri siti idonei a smaltire le scorie, l’unica discarica resta Columbra sulla quale, peraltro, Eni Rewind avrebbe già effettuato interventi sostanziali, investendo oltre 200 milioni di euro. Posizione decisamente agli antipodi, invece, quella assunta dal sindaco di Crotone Vincenzo Voce convinto della presenza di altre discariche in grado di accogliere i veleni. Nella contrapposizione sarebbe utile, a questo punto, che il primo cittadino rendesse nota l’indicazione dei siti alternativi più volte citati ma mai esplicitamente. ([email protected])

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-09-28 10:51:16 da Redazione Corriere


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