Bufera sul pool antimafia, ritrovate dopo 33 anni le intercettazioni dell’inchiesta mafia e appalti, erano sempre state in procura – BlogSicilia

Bufera sul pool antimafia, ritrovate dopo 33 anni le intercettazioni dell’inchiesta mafia e appalti, erano sempre state in procura – BlogSicilia


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Trentatrè anni in un armadio della Procura di Palermo senza che alcuno sapesse cosa fossero. Sono le bobine delle intercettazioni a carico dei mafiosi Antonino Buscemi e Francesco Bonura, dell’imprenditore e politico Ernesto Di Fresco e dei vertici del Gruppo industriale Ferruzzi, gli imprenditori Raoul Gardini, Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini. Si tratta di intercettazioni ritenute irrilevanti dalla procura e per le quali era stato emesso un ordine di distruzione. In un’altra stanza, a terra, ancora dentro quattro buste gialle con i sigilli della Guardia di Finanza c’erano i brogliacci di quelle intercettazioni.

A trovarli è stata proprio la Guardia di Finanza ricostruendo il lavoro di quegli anni nell’ambito di una inchiesta della procura di Caltanissetta secondo la quale il vero motivo della strage di via D’Amelio che, il 19 luglio del 1992, cos’ la vita a Paolo Borsellino e 5 agenti della sua scorta, andrebbe ricercata proprio in quella inchiesta insabbiata.

Due anni di ricerche

Il ritrovamento è arrivato al termine di ricerche durate più di due anni e che hanno comportato la consultazione di 2000 faldoni con centinaia di migliaia di pagine di documenti.

I pm nisseni mesi fa hanno iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento a Cosa nostra l’ex pm antimafia palermitano Gioacchino Natoli e l’ex procuratore Giuseppe Pignatone. L’ipotesi formulata era che Natoli, su input di Pignatone e dell’allora capo della Procura Pietro Giammanco, ormai deceduto, avesse ordinato la distruzione delle intercettazioni e dei brogliacci dell’inchiesta  nel tentativo di affossare gli accertamenti sul costruttore. Per i pm nisseni Natoli, esecutore del disegno altrui, avrebbe voluto dunque “occultare ogni traccia del rilevante esito delle intercettazioni telefoniche.

Distruzione prassi comune negli anni ’90

La difesa dell’ex pm dimostrò che in realtà quello della distruzione era un provvedimento prestampato che, all’epoca veniva usato in tutti i casi di archiviazione e nei processi definiti.

Ma l’ordine di distruzione non fu mai eseguito e adesso il ritrovamento dei brogliacci consentirà alla magistratura nissena di capire se le intercettazioni fossero irrilevanti, come ritenne la procura di Palermo, o se al contrario possano contenere elementi utili mai approfonditi.

Le contestazioni a Natoli

A Natoli viene contestato dalla procura di Caltanissetta di aver svolto, nell’ambito del procedimento aperto a Palermo dopo l’invio delle carte da Massa Carrara su presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane, una “indagine apparente”, “richiedendo, tra l’altro, l’autorizzazione a disporre attività di intercettazione telefonica per un brevissimo lasso temporale e solo per una parte delle utenze da sottoporre necessariamente a captazione, e di aver disposto, “d’intesa con l’ufficiale della Guardia di Finanza Screpanti anche lui indagato, che non venissero trascritte conversazioni particolarmente rilevanti, da considerarsi vere e proprie autonome notizie di reato, dalle quali emergeva la ‘messa a disposizione’ di Di Fresco in favore di Bonura, nonché una concreta ipotesi di ‘aggiustamento’, mediante interessamento del Di Fresco stesso, del processo pendente innanzi alla Corte d’Assise di Appello di Palermo, sempre a carico di Bonura per un duplice omicidio”.

Forza Italia in Commissione Antimafia vuole leggere quei brogliacci

“Il lavoro che stiamo portando avanti come con la presidente Colosimo in Commissione Antimafia ha l’obiettivo di portare alla luce della verità una delle pagine più significative della storia del nostro Paese: la notizia di oggi, del ritrovamento a Palermo dei brogliacci delle intercettazioni degli anni ’90 sull’inchiesta ‘Mafia e appalti’, va esattamente in questa direzione. Durante le importanti audizioni che abbiamo svolto stiamo svolgendo in Commissione, come quelle di Lucia Borsellino e di Fabio Repici, del generale Mori, del colonnello De Donno e del tenente colonnello Canale, stiamo raccogliendo testimonianze preziosissime che parlano del clima di isolamento che il giudice Paolo Borsellino avverti’ dopo la tragica scomparsa del collega Giovanni Falcone. Isolamento e diffidenza diffusa, tanto da organizzare incontri fuori dal palazzo della Procura con personaggi chiave che voleva al suo fianco. Il ritrovamento delle intercettazioni è una notizia rilevantissima: da quei brogliacci potrebbero emergere elementi importanti e noi attendiamo di poterli visionare. Grazie, quindi, alla Dda di Caltanissetta per l’impegno profuso e per i due anni di ricerca e consultazione di oltre 2000 fascicoli e centinaia di migliaia di pagine” dichiarano i membri della commissione parlamentare antimafia di Forza Italia Maurizio Gasparri, Mauro D’Attis, Pietro Pittalis, Pierantonio Zanettin, Chiara Tenerini e Giuseppe Castiglione.



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www.blogsicilia.it è stato pubblicato il 2025-07-05 18:07:44 da Redazione


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