Corteo contro le chiusure del lockdown, assolti Lertora e Radaelli

Si è conclusa con una assoluzione per non aver commesso il fatto la vicenda che vedeva protagonisti Cristian Lertora e Manuel Radaelli. Il primo all’epoca dei fatti presidente Fipe (federazione italiana pubblici esercizi) e il secondo presidente Rete Case Popolari. I fatti. Il 3 novembre 2020, ancora in pieno lockdown, erano accusati di aver organizzato un corteo non autorizzato nell’ambito di una manifestazione di protesta contro la chiusura di palestre e  locali pubblici che doveva invece rimanere statica in forza delle prescrizioni per il contenimento della pandemia (inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e delle prescrizioni imposte dal Tulps) e che aveva visto la partecipazione di 300 persone. Quella sera invece i partecipanti si mossero e andarono a piedi in piazza Cavalli dove esposero striscioni e spiegarono le proprie ragioni. Lertora fu indagato solo perché fu lui a chiedere alla questura di organizzare il sit-in sul Facsal, mentre Radaelli perché parlò al microfono durante l’evento. Con loro fu indagato anche Daniele Bavagnoli, all’epoca titolare della palestra Acrobatic e dopo la messa alla prova nel gennaio scorso è stata pronunciata per lui la sentenza di non luogo a procedere.

Radaelli e Lertora, difesi dagli avvocati Sara Soresi e Luigi Salice, si opposero – per principio, convinti di non aver violato la legge e di essere estranei ai fatti contestati – al decreto penale di condanna, di lì il processo che li ha visti assolti con formula piena dal giudice Ivan Borasi. «Sono soddisfatta dell’esito favorevole del processo che riguardava il mio assistito, che si è sempre dichiarato estraneo all’ipotesi di reato formulata. Un procedimento nato in un periodo di sofferenza e di profonda difficoltà per tutti, che mi auguro sia definitivamente concluso e non possa più ripetersi». Ha commentato soddisfatta Soresi.