Dalle notti più che tropicali record spezzine a uno sguardo globale: “Contro il riscaldamento serve una rivoluzione culturale”

Dalle notti più che tropicali record spezzine a uno sguardo globale: “Contro il riscaldamento serve una rivoluzione culturale”



Sono state ben 23 le notti più che tropicali – cioè le notti in cui termometro si è mantenuto al di sopra dei 24 gradi – registrate alla Spezia tra giugno, luglio e agosto. Una frazione consistente delle 66 notti tropicali (cioè quelle con temperatura sopra i 20 gradi) complessive. Le notti tropicali, dati Arpal alla mano (2002-2024), fino a non molto tempo fa erano una circostanza non particolarmente frequente. Considerando solo i dati nell’ultimo ventennio, dal 2004 nella città della Spezia il numero di notti più che tropicali era sempre rimasto al di sotto della decina e per 5 estati i 24 gradi non sono stati superati. Tuttavia già nel corso dell’estate del 2022 sono state registrate 13 notti più che tropicali, valore poi ampiamente superato dai numeri del 2024, che portano l’estate appena trascorsa sul primo gradino del podio delle “estati bollenti”. Il numero complessivo di 66 notti tropicali registrate nel 2024, invece, colloca la stagione appena conclusa al secondo posto, subito dietro allo stesso 2022, in cui le notti tropicali erano state 73. “Sicuramente anche questi dati sono indicativi di una tendenza ad avere estati sempre più calde – commenta Barbara Turato, responsabile del Settore Meteorologia e Idrologia di Arpal -. Una ulteriore conferma viene dall’analisi delle temperature massime giornaliere (mediate su tutta la regione) registrate per ciascun anno dal 2002 al 2024: i dati evidenziano che dal 2015 in Liguria tale valore si è mantenuto costantemente al di sopra dei 27°C con una tendenza all’aumento di anno in anno. Sono segnali che ci dicono che il riscaldamento globale è in corso, è una realtà. Ancora più inquietante appare l’andamento delle temperature dell’inverno: in Liguria nel 2024 la temperatura media giornaliera si è mantenuta generalmente al di sopra della media per il periodo da gennaio a giugno, salvo sporadiche giornate. Il dato è coerente con quanto emerge dai dati di temperatura media annuale dell’intero globo che evidenziano le temperature costantemente al di sopra dei valori di riferimento dell’epoca preindustriale con un distacco sempre crescente negli ultimi 75 anni: la Terra dunque ha la ‘febbre’!”.

Una panoramica sull’andamento delle temperature nella nostra regione è restituita anche da un’elaborazione di Arpal (disponibile a questo link) che mette a confronto la temperatura osservata nell’anno in corso (linea nera) con la media del ventennio 2002-2022, intervallo di normalità climatica, valore massimo assoluto e valore minimo assoluto degli ultimi vent’anni. “Nell’insieme, viene rilevato che finora la temperatura del 2024 è stata prevalentemente sopra la media del ventennio precedente”, spiega Turato, che, tornando al tema del ‘tropicalismo’, fa un confronto tra le estati liguri 2023 e 2024: “Lo scorso anno ci sono state 4-5 ‘ondate di calore’, ossia fasi in cui la temperatura massima si è mantenuta ben al di sopra la media, con valori di temperatura giornalieri anche più elevati rispetto al 2024; tuttavia si è trattato di fasi relativamente brevi, durate 7-8 giorni. I mesi appena trascorsi invece sono stati caratterizzati da un lungo periodo con temperature medie giornaliere ben al di sopra della media del ventennio 2002-2022, esteso dalla metà di luglio ai primi giorni di settembre. Questa lunga ondata di calore ha abbondantemente compensato un giugno relativamente fresco, ed è proprio al suo interno che troviamo la maggior parte delle notti tropicali. Nella prima parte di settembre invece siamo stati sotto la temperatura media ligure e vicini ai valori minimi”. E ancora, aggiunge Turato, “le attuali anomalie appaiono ancora più elevate se prendiamo come riferimento i valori medi del cinquantennio 1961-2010: questo è un segnale forte della tendenza all’aumento delle temperature”.

Arpal, temperatura media giornaliera gennaio-metà settembre 2024

Quindi il tema degli impatti dei bollori estivi: “Abituati a estati, sì, calde, ma che raramente superavano certe soglie – prosegue Turato -, oggi, a fronte della maggior frequenza di temperature che conoscevamo come tipiche di altre zone della Terra – non a caso parliamo di notti tropicali -, dobbiamo adattarci, un adattamento che spesso ha impatti non irrilevanti: si pensi ad esempio all’uso di condizionatori, certo non amico dell’ambiente”. E che fare di fronte al riscaldamento? “Su come affrontare questa situazione a livello globale sta lavorando la Ipcc – Intergovernmental Panel on Climate Change, con l’obbiettivo di trovare misure da mettere in atto per cercare, se non di invertire la rotta, perlomeno di rallentarla, puntando prima di tutto sulla riduzione delle emissioni di Co2 – continua la responsabile -. Questo significa anche cambiamento dei nostri stili di vita: non parliamo infatti solo di quelle che possono essere le emissioni degli impianti industriali, ma anche dell’utilizzo dell’automobile, della produzione di beni tecnologici, dei viaggi in aereo, del consumo di alimenti come la carne ecc. Serve una rivoluzione culturale, che non è banale. Il segnale dal punto di vista scientifico è chiaro – l’aumento delle temperature è legato all’aumento delle emissioni di Co2, che ha seguito grossomodo lo sviluppo industriale del pianeta – ed è chiaro, a livello teorico, come contrastare questo fenomeno: molto più complicata è invece la parte pratica”. Senza dimenticare che quella che per noi magari è una notte estiva che ci toglie il sonno, trova ben altri corrispettivi ad altre latitudini: “Quello che noi percepiamo come una temperatura estiva particolarmente calda, nelle regioni subtropicali può significare situazioni insostenibili con siccità prolungate e carenza di cibo e il conseguente fenomeno delle migrazioni legate al clima, che si affiancano a quelle dovute a ragioni economiche e alle guerre, anch’esse spesso riconducibili alla crisi climatica”.


Leggi tutto l’articolo Dalle notti più che tropicali record spezzine a uno sguardo globale: “Contro il riscaldamento serve una rivoluzione culturale”
www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-10-01 15:18:17 da


0 Comments

Rispondi