Foggia, per il saccheggio della De Piccolellis arrivano le prime condanne


FOGGIA – Il marchese De Picolellis mai avrebbe immaginato che il suo copioso lascito alla città di Foggia, ora gestito dalla regione tramite le Asp, per l’assistenza ai bambini e ai disabili senza lavoro, sarebbe finito tra pernottamenti in hotel, acquisti di cellulari, di materiale elettrico da destinare ad un ristorante (per la precisione lampade da tavolo), ad un centro agrituristico mai realizzato persino alla biancheria.

Ma su questa storia che ha coinvolto l’ex commissario dell’Asp ed altri soggetti, tutti ancora indagati per peculato ed abuso d’ufficio dalla procura della repubblica di Foggia, c’è già un primo sigillo, quello della Corte dei conti regionale che ha condannato l’ex commissario Antonio Tulino e Anna Rita Lepore, in servizio presso la stessa Asp dopo un contratto di assunzione firmato senza alcuna procedura, a versare all’Asp de Picolellis rispettivamente 498 mila e 1200 euro.

La decisione è stata assunta dalla Corte dei conti regionale, sezione presieduta da Pasquale Daddabo con Rossanna De Corato consigliere e Andrea Costa relatore.

La decisione della Corte dei conti regionale è collegata all’inchiesta della procura della repubblica di Foggia del 2018 per peculato ed abuso d’ufficio nei confronti dell’ex commissario Antonio Tulino, di Anna Rita Lepore, Giorgio Maria Salvatore (in qualità di tesoriere) e Andrea Romondia (come revisore dei conti).

Secondo l’inchiesta della procura di Foggia, che ha individuato a carico dei quattro 26 campi di imputazione, la finalità sociale della De Picolellis sarebbe stata stravolta con il saccheggio costante delle casse dell’ente, utilizzate come bancomat per spese personali. In seguito all’indagine della Guardia di Finanza sono scattati all’epoca anche i sequestri. Nei loro confronti i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Foggia, infatti, eseguirono un provvedimento di sequestro – emesso dal gip su richiesta della Procura – per immobili, conti correnti e tre auto per un valore di 350mila euro.

Nel corso delle indagini è stata accertata la distrazione fraudolenta di somme di denaro dai conti correnti dell’ente (ancora commissariato dalla Regione), mediante prelievi in contanti, liquidazioni in proprio favore, pagamenti ingiustificati mediante Pos e carte di credito presso esercizi commerciali ed emissione di assegni in proprio favore, per centinaia di migliaia di euro. E’ stata inoltre rilevata l’appropriazione di materiale informatico ed elettronico di proprietà dell’Ente, per un valore pari a 116mila euro. Oltre alla Lepore il commissario avrebbe inoltre assunto tre persone senza alcuna procedura selettiva. Assunzioni poi annullate anche in seguito allo scioglimento del consiglio d’amministrazione da parte della Regione avvenuto il 13 novembre del 2014.

Tulino e Lepore hanno chiesto durante il dibattimento presso la Corte dei conti di sospendere il giudizio in attesa della definizione di quello penale (peculato ed abuso) ancora in corso. Una eccezione sollevata dai difensori dei due ma ritenuta infondata dalla Corte dei conti regionale che sulla scorta anche di altre precedenti sentenze, ha ribadito l’autonomia del giudizio contabile rispetto al procedimento penale.

La De Piccolellis, situata ormai nel centro di Foggia (viale degli Aviatori) e titolare inoltre di un immenso patrimonio immobiliare costituito da terreni agricoli.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-05-24 13:03:16 da


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