“Gli apparati devono tornare protagonisti” – Lavocediimperia.it

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“Gli apparati devono tornare protagonisti” – Lavocediimperia.it

Due anni fa Luciano Zarbano era la bandiera del civismo imperiese. Dopo l’addio a Fratelli d’Italia, l’ex generale dei carabinieri aveva scelto di rompere con i partiti, fondare la lista ‘Imperia senza padroni’ e sedersi in consiglio comunale con l’obiettivo dichiarato di “liberare la città dalle logiche di apparato”. Oggi, però, la sua traiettoria politica sembra piegare in direzione opposta. 

I partiti, che un tempo guardava con diffidenza, ora tornano ad avere un ruolo centrale nel suo pensioero. E la nostalgia per la struttura – quella dei simboli, dei programmi, delle gerarchie – comincia a emergere con chiarezza. Zarbano non sembra turbato dalle indiscrezioni che lo vogliono vicino a Roberto Vannacci, generale come lui, oggi parlamentare europeo, volto controverso e divisivo del nuovo nazionalismo. Anzi, sorride: “Roberto è un vecchio amico”, dice senza esitazioni. “Siamo stati compagni di Accademia. Ci stimiamo da sempre. Ma per ora il nostro è solo un rapporto personale”. Nessuna alleanza annunciata, dunque, ma la sensazione che qualcosa si stia muovendo resta. “Parlo con le forze di centrodestra, certo”, ammette. “Fratelli d’Italia, Lega. Con Forza Italia un po’ meno, ormai è un partito che guarda al centro, e io resto un uomo di destra”. 

Parole che suonano come un ritorno a casa, anche se pronunciato con una certa cautela. Eppure non era lui ad aver detto, nel 2023, che “i partiti hanno fallito”? Luciano Zarbano replica: “È cambiato il contesto. Il civismo ha avuto il merito di riportare attenzione sulla politica, ma ha un limite: guarda solo al locale. I partiti, invece, hanno una visione più ampia, più strutturata. Possono offrire soluzioni sistemiche”. E allora, la sua scelta non suona forse come una resa? “Continuo a lavorare per Imperia”, ribatte. “Che lo faccia da civico o da uomo di partito non cambia. La mia bussola resta il bene della città”. 

Un bene, però, che pare declinarsi sempre più secondo i codici e le alleanze del centrodestra. Del resto, anche i rapporti con la Lega locale si fanno via via più cordiali. Con i consiglieri Giovanni Lazzarini e Matteo Fiorentino, dice, ci sono “rapporti di buon vicinato”. Un’affermazione che, in politica, vale quanto una dichiarazione d’intenti. E se si aggiunge il fatto che da settimane si mormora di un suo possibile salto sul Carroccio – magari in attesa della sentenza della Cassazione sull’inconferibilità del sindaco Scajola prevista per il 10 luglio – il quadro si fa più chiaro.

 Su questo punto, Zarbano si mostra cauto. “Con Vannacci non ne ho parlato. Osservo, valuto. La città vive un momento delicato ogni scelta sarà ponderata”. Anche con l’amministrazione Scajola, i ponti non sembrano del tutto bruciati. “Alcune pratiche le abbiamo condivise”, racconta. “C’è stato confronto con Alessandro Casano, che pur essendo nella compagine civica rappresenta Fratelli d’Italia. Quando i temi coincidono, è normale dialogare”. 

E così, colui che prometteva una Imperia senza padroni, pare ora pronto a tornare sotto un tetto – magari ben saldo e col simbolo giusto sulla porta.

Alla fine, anche chi giura di non volere padroni, prima o poi un padrone lo trova. O lo sceglie.




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