Sommariva: “Posti barca a Campo in Ferro, con Calata Paita liberiamo otto Piazza Europa”

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Reclama il ruolo decisivo del porto nella creazione del fenomeno blue economy, motore dell’economia provinciale. Rilancia la necessità di completare la Pontremolese, anche a piccoli step e iniziando da poche azioni mirate. Sottolinea il processo di elettrificazione delle banchine, di cui è già partita la corsa a prendersi i meriti. Prevede la Calata Paita libera entro due anni e un porticciolo turistico al posto della discarica di Campo in Ferro. Chiede una politica abitativa a favore dei lavoratori stranieri della cantieristica, cittadini invisibili che attraversano il golfo sugli autobus dell’alba e contribuiscono a creare la ricchezza che poi diventa vanto della città.

Ma c’è anche un dato umano nell’intervento di Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale, durante l’incontro annuale per discutere il report di The European House – Ambrosetti. Si prende il podio e racconta della fatica di dirigere un ente in cui “ogni cosa che fai la devi sviscerare, giustificare, indorare, raccontare e iper raccontare – dice con riferimento a una parte di opinione pubblica -. Non è una vita semplice passare dal si farà al lo stiamo facendo. Ma oggi possiamo declinare al gerundio”.

 

Il porto che allunga i suoi tentacoli di cemento sul mare del Golfo della Spezia in confronto alle facciate vetro e acciaio dei cantieri della nautica del lusso che si vanno stagliando sul Miglio Blu. Una faccia della stessa medaglia secondo il presidente di Via del Molo. “Nessuno racconta mai del contributo che ha dato il porto allo sviluppo della cantieristica prolungando le loro concessioni di trent’anni – dice Sommariva -. Quella è stata un’azione forte di politica industriale, frutto di un anno di istruttoria durissima al termine della quale poi abbiamo deciso. I cantieri sono sul demanio, non possono esserci senza il porto e senza il mare. Sono contento che non ne abbia parlato nessuno, così abbiamo evitato polemiche. Oggi però diamo a Cesare quello che è di Cesare”.

Il piano regolatore portuale si mette forse definitivamente in moto, mentre “Genova assorbe 10 miliardi di investimenti pubblici, una cosa mai vista dal genere umano credo – continua Sommariva -. Ma noi siamo sugli 800 milioni di investimenti. Solo Lsct investirà 300 di milioni di euro. Questo genererà sicuramente uno sviluppo delle infrastrutture portuali, da combinare con quelle stradali e ferroviarie per non vanificare i miglioramenti. E soprattutto con la Pontremolese che non è in cima ai pensieri del governo e questo è bene dircelo con chiarezza”, dice di fronte agli assessori Piana e Giampedrone e con il sindaco Peracchini che invece ha già lasciato il simposio. Tra il pubblico c’è anche Matthieu Gasselin, ad di La Spezia Container Terminal.

Lavori sulla linea Pontremolese

 

“Stiamo provando a mettere in piedi una proposta per uscire dal tema dei 4.5 miliardi che servirebbero per la galleria di valico – analizza il presidente del porto -. Già oggi noi utilizziamo la Pontremolese per il 30% del nostro movimento. Sapete come? In discesa, ovvero da nord verso sud, per evitare alcune pendenze improponibili. Secondo nostre valutazioni alcuni interventi mirati che potrebbero essere svolti con costi limitati, come l’allungamento dei binari, garantirebbero un miglioramento della resa dell’infrastruttura importante in tempi brevi. Questo è un argomento da cominciare a trattare con Rete Ferroviaria Italiana”.

Per completare realmente la Pontremolese, “pensiamo magari al 2033 e dividiamo l’intervento in sei lotti, ma con la certezza di finanziarli e avviarli. Il dramma della Pontremolese è il fatto di essere diventata una chimera – aggiunge – invece che un asse fondamentale per l’Italia nel collegamento da nord a sud. E guardate che è un problema anche di Genova, che fa il Terzo Valico e la diga nuova. Ma i contenitori che arriveranno lì, senza un sistema per farli uscire che passi anche dalla Pontremolese, metteranno sempre i porti del Nord Europa in posizione di vantaggio. Facciamo la Pontremolese in modo pragmatico, scegliendo punti di attacco su cui andare in maniera rapida per partire davvero”.

Rendering Molo Crociere

 

Il molo crociere è arrivato alla fase esecutiva. “Non posso sentir parlare solo del fumo delle crociere, dopo anni in cui ci è stato chiesto di fare l’elettrificazione delle banchine, che stiamo facendo e sarà fatta – dice Sommariva -. Siamo i primi in Italia, se mi perdonate l’orgoglio. Sapete cosa produrrà il porto? Rigenerazione urbana. La Calata Paita sarà recuperata rapidamente e cambierà il volto di questa città. Parliamo di 40mila metri quadri, ovvero otto volte Piazza Europa. Quando? Se Matthieu (Gasselin, ndr) mi permette di dirlo, diciamo che tra uno o due anni cominceremo”.

Il report The European House tocca anche il tasto della formazione. E anche qui Sommariva ha qualcosa da rivendicare. “Abbiamo acquistato uno stabile vicino all’Autorità portuale per farci il polo di formazione del porto – ricorda -. Il porto della Spezia farà un polo formativo dedicato alla logistica con una sede dedicata. Mi sono fatto un fegato così per riuscirci, ma lo abbiamo portato avanti nell’interesse di questo territorio. Il tema semmai è se tanti ragazzi spezzini vorranno andarci”.

Lavoratori Fincantieri accalcati per salire sul bus

 

E a proposito di giovani, “se ci fosse ancora Peracchini in sala gli direi che arriva la parte più comunista del mio intervento” che parte dal presupposto “che siamo dentro un inverno demografico clamoroso, ma lo studio dice che c’è un aumento della gente. Ebbene, io vedo le fermate dei bus con tanti ragazzi bengalesi che cercano di salire a bordo per raggiungere i cantieri e mi chiedo alla sera dove andranno a dormire, magari in venti in un appartamento. Se vogliamo costruire un futuro penso si debba fare una politica abitativa e dell’accoglienza diversa, perché altrimenti questa città muore. Non è un problema di buonismo o di carità, ma di politica industriale e sociale”.

Un passaggio sul decreto che istituisce la zona logistica semplificata. “Dato positivo, ora dobbiamo metterci a ragionare per capire come questo può diventare uno strumento di attrazione degli investimenti”.

Campo in ferro visto da Google Earth

 

Poi c’è il tema delle prospettive della base navale nella zona di Ponente della città. “Anche di fronte ai progetti della Marina Militare prevedo che mi farò un fegato così negli ultimi mesi del mio mandato – dice -. In riferimento al Campo in Ferro, un’area molto grande da bonificare di interesse militare, dico che deve essere liberata e restituita alla città. Per farci posti barca? Forse è l’unica chiave per recuperarla, farne un’area di rimessaggio e aprire nel borgo di Cadimare nuovi posti barca. Per Campo in Ferro abbiamo un progetto condiviso con la Marina Militare. E anche questo va a completare il tema della rigenerazione urbana e dello sviluppo. A dimostrazione che il porto non è una iattura, non è una maledizione. E’ il principale volano di sviluppo di questo territorio. Lasciatelo respirare perché creerà lavoro, sviluppo e anche beneficio per l’ambiente”.

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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-04-12 00:31:41 da

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